TESTI DOCUMENTALI
Epistolario scelto
(1922-1972)
LETTERE ALLA FAMIGLIA
(1922-1952)
Nelle lettere alla sorella Neruda la chiama “Konekita”, “Konejita”, “coneka”, “Koneca”, “conejita”.
Solo quest’ultimo termine trova un riscontro nel vocabolario spagnolo: “conejita = coniglietta”. Ritengo che anche gli altri siano, nelle intenzioni di Neruda, sinomini di quest’ultimo e, quindi, verranno tutti tradotti in questo modo.
Laura Reyes Candia, la sorella, fu la corrispondente quasi unica dentro la famiglia. Ella conservò anche le lettere dirette a Don José del Carmen ed alla signora Trinidad. La presente edizione utilizza le mie proprie copie di quel materiale che ella mi prestò alla fine di 1964.
- Cfr. Pablo Neruda, Cartas a Laura (CLR"*), con studio preliminare di Hugo Montes, Madrid, Ediciones Cultura Hispánica, 1978. Benché contenga un numero limitato di lettere, i facsimili realistici concedono molto valore a questa edizione. Vedasi in Reyes**, pp. 111 e ss.) alcuni lettere scritte a Laura (e famiglia) da Maruca e da Delia.
1
CARTAS 1-12. (Pagine 795-802.) Scritte tra IL 1922 Ed il 1927, prima del viaggio in Oriente. La lettera 1 inaugura il tema del denaro (carenza). L'ideologia della bontà (= la felicità) coincide con quella dei testi di Crepusculario scritto fino a metà del 1922. - Nella lettera 2, l’ "amigo che partía a París” era probabilmente Alberto Rosso Giménez. - Lettere 4 e 5: da Ancud, isola di Chiloé, dove Neruda visse alcuni mesi invitato da Rubén Azócar (lì scrisse almeno parte de El habitante y su esperanza, 1926. - Lettera 10: l’attività "con esos monos de los que te madé uno" è quello dei faciógrafos (vedere la rivista Nerudiana, num. 1, 1996, e Loyola 1987. - I "muy imbéciles sastree” della lettera 11 sono senza dubbio gli stessi che ispirarono il verso "convertito con los sastres en sus nidos - del poema residenciario "Caballo de los sueños” - (OCGC, vol. I, pp. 259-260).
[Tre cartoline postali con testo unico]
CARTOLINA 1 Laura Reyes
Temuco
Laura: Non ho denaro, per quel motivo ti mando solo
queste misere cartoline.
Ma quanto
CARTOLINA 2 desidero che sia buona, che equivale ad essere felice. Fai in
modo che mi inviino denaro, perché incominciai già a
farmi
CARTOLINA 3 i lavori alla Scuola Dentale. Inoltre necessito.
Insieme ai saluti per mamma e papà ricevi l'abbraccio
stretto di tuo fratello.
Aprile del 1922
2
[Cartolina postale]
Coniglietta:
Venni a Valparaíso a salutare un amico che partiva per Parigi. Perchè e non mi scrivi? Domani lunedì sarò a Santiago. Saluta Inés. Ti abbraccia tuo buon fratello
Neftalí
Ricardo
Viña [del Mare] 20 Luglio [1922]
3
[Cartolina postale]
[Valparaíso, senza data]
Cara Coniglietta,
sono ancora a Valparaíso. Sembra che vada via il 22. Ricevetti lettera e denaro. Ringrazio. Io ti dirò man mano che andrò a sapelo quello che accade. Scrivimi come ti senti, scrivimi lungamente.
Ricardo
4
Ancud [1916]
Mia cara coniglietta: ti ho preso un gatto, la cosa più carina del gatto, è di cuoio come vivo, te lo porterò quando verrò. Voglio che mi dica se lì c'è qualcosa di nuovo e se ti è cresciuto il denaro. Scrivimi al mio pseudonimo, posta Ancud. Non lo dimenticare, coniglietta.
Ricardo
Abbracci alla mia mamma, digli che sto molto bene di salute e che sono molto grasso
[Qui c’è una caricatura del poeta, disegnata da lui stesso.]
5
Ancud [1926]
Mia Coniglietta
Mi hai causato una grande allegria con dirmi qualcosa di A. Saresti tanto buona di dirmi tutto in una lettera? Se vedessi che sono abbandonato e anoiato di tutto!
Tuo fratello che ti vuole bene
Ricardo
6
[Santiago] 8 ottobre [1926]
Mia molto cara Coniglietta testa matta:
Ho ricevuto le tue due ultime lettere. Bene. Il prezzo minimo della pensione sono cento pesos. Dillo a mio papà che me li invii quanto prima per risparmiarmi contrattempi. Dove è Anita non mangerò, non mi piace, mi tengono il broncio perché suppongono che parlai di non so che cose della fidanzata di Guglielmo. A me non piace quella gente, preferisco mangiare qui vicino dove è la Signora Petrona o in un'altra parte. Comunque fa che mi mandino telegraficamente il denaro, perché sto mangiando una sola volta al giorno.
La mia cara coniglietta, ho bisogno di tutti i vestiti, specialmente camicie (N.° 37) e mutande di 87 cm. di vita. Presto dovrò fare un viaggio: se tu mi cercassi alcuni calzini e fazzoletti! Avvisami soprattutto di questo, e dimmi come ti scrivo una lettera per te sola.
Sperando che abbia capito quanto ti ho detto ti abbraccia tuo fratello
Ricardo
Che tutto venga al mio indirizzo:
Pablo Neruda
García Reyes 25
Santiago
7
[Biglietto senza data (ottobre 1926)]
La mia cara coniglietta: Ricevesti il libro che ti inviai? Lo leggesti? Raccontami.
Ti scrivo affinché sistemi la mia situazione perché Jorge va a Tomé con la sua famiglia mercoledì prossimo e non avrò dove mangiare. Per favore rispondimi velocemente perchè sono molto povero e non so che cosa fare.
Che cosa ne è della vedova? Che cosa mi racconti di novità? Il mio indirizzo è
Pablo Neruda
García Reyes 25
8
[Santiago] 27 ottobre [1926]
Mia amata e simpatica coniglietta,
ricevetti la tua lettera di ieri, non così le precedenti che inviasti sicuramente male, perché la casella è 2898 e non 2888 come devi aver messo.
Jorge andò via oggi e da ieri sto senza pensione. Come sistemare questo? In caso estremo che sia dove Anita, perché lì c'è molta gente e non mi piace. Ma, infine. Sarebbe migliore la casa del Signora. Petrona, Bulnes 30, che tu conosci, l'amica di Laurita Vega e dove sta Fidia. Infine, quello che decidete comunicamelo velocemente perché sono già vecchio per non mangiare tutti i giorni.
Mi piace molto che mi parli di Amalia e lamento che la lettera in cui qualcosa veniva da lei si sia persa. Non la trovai neanche nella posta. Vorrei sapere che cosa era. Dimmelo. Non le invio il mio ultimo libro. Mi sembra che non le piacerà. Tuttavia, se tu insisti, sia. Senti, lei non verrà mai a Santiago? A me sembra tanto difficile che ritorni al Sud. Ora sto pensando di andare tra poco in Europa. Peccato non vederla. Credimi che ti invidio.
Bene, la mia coniglietta, saluta la gente e buona notte!
Ricardo
[C’è un disegno] Pablo Neruda
García Reyes 25
casella 3323
casella 2898
9
[Santiago, dicembre del 1926]
Laura
ti scrivo per dire a te sola che vado in Europa il 3 di gennaio. Che cosa faccio a Temuco? Sono tanto annoiato di litigare con mio padre. E vedessi tu come la mia testa diventa pazza. Ancora 15 giorni e non ho più denaro che per il biglietto. Che cosa mangerò a Genova? Fumo? Vedi se tu ottieni qualcosa.
tuo fratello
G. Reyes 25
10
9 marzo [1927]
Mia cara sorellina, il mio viaggio ha ritardato un po' perché sto facendo un commercio con quelle scimmie delle quali te ne mandai una. Credo che andrò via presto. Ho già tutte le mie carte pronte.
[Colloca il biglietto ben orizzontalmente,
Muovilo o battilo leggermente,
E comincia a ridere incontenibilmente.]
"[...] il mio viaggio ha ritardato un po' perché sto facendo un commercio con quelle scimmie delle quali te ne mandai una", Lettera 10.
No, che cosa faccio a Temuco? Per avere discussioni con mio padre preferisco stare tranquillo qui. Mi interesserebbe stare con Amalia, e in campagna, alcuni giorni, prima di andare via. Ma come? Fino ad ora il commercio non mi ha prodotto altro che disturbi, e ho denaro, appena per vivere. Comunque, salutala nel mio nome, digli che voglio vederla. Ho tanta simpatia per lei!
Ora metti attenzione a quello che ti dico. Vedi dove è Rudecindo [Ortega] e digli che scriva una lettera al sarto Cardone con cui parlai, affinché mi faccia un abito che pagherò a rate, perché in contanti non posso pagarlo. Se egli non è a Temuco scrivigli con buona volontà e ti prego che mi mandi un telegramma se egli accetta. I miei vestiti sono impossibili e non posso andare oramai con quelli. Se qualcosa ostacolasse questo, che è molto facile perché prima di andare via riceverò 1.500 pesos, tu cerca un'altra combinazione. Soprattutto rispondimi e se sei buona e se lo fai bene ti farò un regalo molto carino.
Pablo
García Reyes 25
11
[Circa 26 di marzo del 1927]
Cara coniglietta,
senti, mille grazie per avermi consegnato il biglietto di Ortega, ma le scrissi a questo a Carrión 2005. Risulta che i più imbecilli sarti abbiano bisogno di una lettera che garantisca effettivamente il pagamento. Se Rudecindo sta lì fai che scriva e mi mandi questo con molta difficoltà. Se io non avessi l'assoluta sicurezza di pagarli non chiederei niente, ma non posso pagare tutto in una volta tanto denaro.
Credo che la necessità in cui sto ti spingerà a fare quanto prima quello che ti affido.
Tuo fratello
G. Reyes 25
12
31 maggio [1917]
Mia cara sorellina:
Devi sapere che sono stato nominato console del Cile in Rangoon (India) e che vado via l’ 8 di questo mese. Saluta mia madre e mio padre che sento di non potere andare a salutare prima di un viaggio tanto lungo. Dì a mia mamma che mi faccia qualcosa di biancheria intima che non ho quasi, e camicie, tutti i vestiti molto leggeti perché lì fa un caldo insopportabile tutto il tempo.
Riguardo alla tua peritonite credo che dovresti far qualcosa per venire a Santiago, poiché qui avresti maggiori agevolazioni per migliorarti. Se la tua malattia è di origine tubercolosa come crediamo con Juan, il trattamento consiste in applicazioni di luce ultravioletta, e qui parlando con lui otterresti questo gratuitamente. Sai già che buona volontà ha.
Non dimenticare quello che ti dico. Fra due o tre giorni ti invierò alcuni miei ritratti molto belli. Non dimenticare quello dei vestiti e dimmi se potranno mandarmeli prima del 8. Rispondimi immediatamente. Nella mia prossima ti dirò più dettagli del mio viaggio.
Tuo fratello
13
CARTAS 13-15. (Pagine 801-804.) Il lungo viaggio degli amici Pablo ed Alvaro partì da Valparaíso, dove viveva la famiglia Hinojosa (Vedasi Thayer 1964), nel treno transandino che li portò fino a Buenos Aires. Rodolfo, Teresa, Raúl: fratello, cognata e nipote di Neruda (rispetto a questi ed ad altri parenti, Vedasi Reyes 1996). La lettera 15 permette di supporre che i viaggiatori arrivarono a Rangún verso il 25.10.1927.
Mendoza, 15 giugno del 1917
Cara coniglietta:
Sono arrivato senza novità a Mendoza attraversando l'immensa cordigliera. Oggi proseguo il viaggio a Buenos Aires da dove gli scriverò prima di imbarcarmi sulla nave Baden il 18.
Coniglietta: dirai a mio padre e mia mamma il mio sentimento di non avere potuto dar loro un abbraccio di addio perché avevo i miei biglietti prenotati ed il trasandino stava per partire da un momento ad altro ma potè viaggiare solamente ieri. Io ebbi veramente peso ed angoscia, ma credo che questa separazione non sarà per lungo tempo. Già tornerò a tirarti le orecchie.
Ricardo
Starò 15 o 20 giorni a Parigi. Indirizzo: Pablo Neruda, Légation du Chili, 23 Av. du Bois di Boulogne-Paris, France.
14
Vapore Badén, Luglio 12 [1917]
Coniglietta: Ti scrivo due ore prima di arrivare a Lisbona, Portogallo. Di lì andrò a Madrid e di lì a Parigi, dove starò 15 giorni ed il 1 o 2 di agosto mi imbarcherò per Rangoon.
Una cosa molto importante è che non pagai tutto il mio abito nella sartoria bensì 100 pesos, e così devo 260 pesos, per mensilità di 50 pesos, e siccome questo debito ricadrà su Rudecindo che mi fece il gran servizio di appoggiarmi, ti prego di vedere se mio padre può pagarlo ed avvisarmi per sistemare quello in qualche modo. Rispondimi su questo a Rangoon.
Il viaggio è stato fino ad ora eccellente, con comodità e senza nessun contrattempo. Spero di stare a Parigi fra sei giorni ed imbarcarmi per l'Oriente alla fine di mese. Ho un po' di paura di arrivare perché qui sulla nave ho saputo che la vita è là sommamente cara che la pensione più economico costa1.600 pesos mensili, ed io sono in condizioni sommamente brutte. Ci sono inoltre peste, malaria, febbri di ogni tipo. Ma che cosa fare! Bisogna sottomettersi alla vita e lottare con lei pensando che nessuno bada ad uno.
Abbracci a mio padre, alla mia cara mamma, a Rodolfo, Teresa, Raúl, a tutta la gente. Ti scriverò da Parigi, dove penso di trovare la tua lettera.
Neftalí Ricardo
Indirizzo fino a nuovo avviso: Sig. Neftalí Ricardo Reyes, Chilean Consulate, Rangoon, India.
15
Rangoon, 28 ottobre 1927
Mia cara coniglietta: Ho fatto con una certa felicità il viaggio dall'Europa e ti scrivo già da Rangoon che è una grande città abbastanza bella ma dove mi annoierò in poco tempo. Non ho novità. Anche Álvaro è qui e ti saluta affettuosamente. Presto ti invierò qualche ritratto, e non smettere di mandarmi notizie. Saluta Rodolfo, Teresa, Raulillo. Di tutti mi ricordo come si meritano. Le lettere ci mettono un mese e 20 giorni per arrivare. Qui ne ho ricevute 2 che mi inviasti a Parigi. Abbraccia i vecchi con ogni affetto della mia parte. Parlami della gente che ti chiede di me. Si è sposata Amalia? Qui le donne sono nere, non ti preoccupare, non mi sposerò. Tuo fratello
Neftalí
Ricardo
Indirizzo: Chilean Consulate, Rangoon, India.
16
CARTAS 16-19. (Pagine 804-806.) Documentano il periplo che all'inizio del 1928 portò agli amici Pablo ed Alvaro da Rangún fino a Tokyo, andata e ritorno, passando per Bangkok e Shanghai.
[Cartolina postale]
Bankhok (Siam), gennaio 20 [1928]
Cara coniglietta: Mi ricordo di tutti. Vado nel Giappone e ho passato due giorni in Siam. In due mesi ritornerò a Rangoon. Scrivi. Saluti da Álvaro ed abbraccia mio padre, mia mamma, tutti. Felicità!
Pablo
17
[Cartolina postale]
Shangai, febbraio 7, 1928
Mia cara coniglietta: Ho lasciato Rangoon per 2 mesi per viaggiare per la Cina ed il Giappone. Disgraziatamente qui in Cina fa un freddo che non avevo mai sentito, un inverno con neve, pioggia e vento. Già ti scriverò più a lungo dal Giappone. I miei progetti sono di andare in Europa in maggio a continuare i miei studi, in Francia ed in Spagna. Non si può vivere molto tempo nell'Oriente. Ho avuto alcuni febbri a Rangoon ma fortunatamente benigne. Scrivimi lì ed abbraccia i vecchi, Rodolfo, Teresa, Raúl. Affetto da tuo fratello RIC -
18
[Cartolina postale senza data, inviata dal Giappone verso il 15 di febbraio del 1918, come si deduce dalla lettera che segue a questo biglietto, datata a Shanghai il 12.2.1928.]
Qui ti mando una foto di una giapponese. Ce ne sono così molte a Tokyo, e sono molto, ma molto simpatiche e sorridenti. Mi ricorderò sempre di esse. Sono le più femminili, le più carine del mondo. Io imparai alcuni parole in giapponese, mangiavo in un ristorante puramente giapponese, ed per poco mi sarei sposato con qualcuna di queste bambole. Guardala, perché avrebbe potuto essere tua cognata. Saluti da Álvaro.
[Il biglietto porta sul dritto l'immagine di una giapponese in kimono.]
19
Shangai (Cina), 22 febbraio 1927 [lapsus evidente: è 1928]
Mia cara coniglietta: Credo che un mio biglietto precedente ti avrà informato che da un mese sono fuori da Rangoon e che ho viaggiato per molti paesi dell'Asia. Ora ti scrivo dalla nave, di ritorno dal Giappone, paese molto bello dove mi piacerebbe essere rimasto. Disgraziatamente è una brutta epoca dell'anno: in Giappone faceva un freddo dal diavolo e volli ritornare a Rangoon quanto prima per paura delle polmoniti e gli starnuti. Mi sembra difficile contarvi le infinite cose rare che riempiono questo lato del mondo: tutto è distinto, le abitudini, le religioni, gli abiti, sembrano appartenere più ad un paese visto nei sogni che nella realtà di ogni giorno.
Io sono abbastanza annoiato a Rangoon e penso di andare via da lì in breve tempo. Non posso descriverti il caldo che fa, è come vivere in un forno giorno e notte. Tutta la gente finisce per ammalarsi di malaria, ma per fortuna le febbri che ho avuto fino ad ora andarono via presto. Io voglio andare a finire i miei studi in Europa, e siccome è molto difficile, piuttosto impossibile, che cambino ad un console prima di 5 anni, credo che qualche giorno farò le mie valigie ed andrò via benché corra il pericolo di morire di fame. La vita in Rangoon è un esilio terribile. Io non nacqui per passare la vita in tale inferno.
Ora, che cosa farò per vivere in Europa? Con molto poco denaro potrei mangiare e dormire lì, ma, dove ottenere quel poco? Per me tutto è difficile e mi sento stanco ed ammalato. Infine, credo che ti racconti inutilmente queste cose che non possono interessare gran cosa a voi.
Credo che troverò qualche tua lettera a Rangoon. Saluta affettuosamente mio padre, mia mamma, Rodolfo, Teresa, Raúl, e tu stessa ricevi gran quantità di affetto. Tuo fratello
Neftalí Ricardo
Rangoon
Console for Cile
20
CARTA 20. (Pagine 807-808.) Notare la differenza (che a volte risulta complementarità), con le lettere che per quella stessa epoca Neruda scriveva ad Eandi. Il gioco del saluto finale ("paratí paratú patura"), forse fu dovuto al fatto che scrivendo a macchina questa lettera fu scritta la parola "paratí" ed allora, invece di correggere, aggiunse "paratú patura."
Rangoon, marzo 31, 1928
Mia simpatica sorellina:
Capisco che avranno ricevuto le mie lettere precedenti, e quelle che ti scrissi da Cina e Giappone. Sono appena ritornato, ed inizio un'altra volta con Rangoon, chissà fino a quando. C'erano qui due le tue lettere di cui ti ringrazio moltissimo: sentii molto la morte del povero Winter e scrissi un articolo per La Nación che forse avrai letto già. A me non accade niente di nuovo, sono già più abituato al clima ed il caldo mi disturba meno. Qui non si esce in strada se non dopo le cinque del pomeriggio: prima il sole brucia come fuoco. A quell'ora già sipuò respirare. Appena ora ho comprato una Kodak e credo che presto ti manderò qualche ritratto se mi riesce. Bene, mi racconterai che cosa accade lì, come stanno gli anziani, Don Rodolfo, signora Tere, Don Raúl, e l'altra, come si chiama? Signora come si chiama. Se non scrivo loro, te lo dirò per la centesimo volta, vuol dire che sono abbastanza vivo che non mi accade niente. E così quando loro chiedono di me, sai già, che devo stare molto bene perché non ho scritto loro. Non so quando finirò qui, né in che stato. A volte, come ti diceva, mi annoio troppo. Il mio interesse maggiore sta in Europa; solamente lì voglio vivere. Quanto più presto, meglio. In India la vita è molto cara: solo di pensione devo pagare più di seicento pesos. Tutte le cose costano il triplo di quello che costano in Cile. Fosse dell'Europa quello che mi piace di più è il Giappone. Lì passai alcuni giorni molto gradevoli, e se avessi denaro ci ritornerei. La gente è gentile, sorride per tutto, i giapponesi sono molto carini, la vita è facile.
Alla mia santa madre dirai che mi ricordo molto di lei, che credo che la malattia degli occhi sia dovuta soprattutto ai nervi; che prenda qualche tonico cerebrale e non pensi troppo alla sua malattia. Digli anche che io sto sempre bene: è da anni che non mi ammalo di qualcosa di importante: mi raffreddo ogni tanto, ma quello dopo alcuni starnuti va via.
Bene, accontentati con queste poche parole, poiché le altre cose che mi accadono non le capiresti né ti interesserebbero. Farai bene in scrivermi frequentemente: apro con ansietà le poche lettere che ricevo. Già ti manderò un regalo: la cosa più difficile è il modo di mandarlo: lo studierò fino a risolverlo: aspetta dunque fino a quando ti avviserò.
Vado a pranzo. Saluti a tutti, felicità ed affetti paratí paratú patura.
Ti abbraccio, tuo fratello
Neftalí
Ricardo
21
CARTAS 21-22. (Pagine 808-810.) Da Calcutta, dove si trattenne per due mesi - a partire da metà del novembre 1928 - durante il suo viaggio di trasferimento a Colombo (Ceylon). - /... / cosas desastrosas de un terremoto (cose disastrose di un terremoto)/... / Il terremoto del 1928 con epicentro in Talca. – Aquí totas las capras tartan de casarme (Qui tutte le capre tentano di sposarmi) /... / Le termine capre significa "ragazze", adolescenti e, per estensione, donne giovani, in gergo cileno. - Elcanilla, cioè "la Cavilla” (“laTibia") per il debole. - Manuel Basoalto, zio materno evocato nel poema "El sobrino de Occidente - di Cantos cerimoniales, 1961 (OCGC, vol. II, pp. 1019-1020). - /... / del chico Vera Lamperein (della piccola Vera Lamperein). Oscar, notorio educatore cileno.
Colombo [in realtà: Calcutta], 12 di dicembre [1918]
Mia cara sorellina: Devo comunicarvi che il Governo mi ha trasferito a Colombo, nell'isola di Ceylán, al sud dell'India. Ho lo stesso stipendio che a Rangoon, ed il clima è lì tanto cattivo o peggiore che là, ma già mi stava diventando insopportabile ed ero stanco di vivere nello stesso posto per tanto tempo ed ho accettato con allegria il mio trasferimento. Ti scrivo da Calcutta, la più grande città dell'India, dove continuo a passeggiare da un mese. Qui sono tornato a trovare Álvaro Hinojosa, il mio vecchio amico e compare, e quello contribuisce a che lo passiamo molto bene. Presto ti comanderò alcuni miei ritratti vestito di bengalese, affinché veda il vecchio che sono. Ho tanta voglia di vedere mia mamma, ed il cavaliere anziano, e Rodolfo, Teresa, zii e zie e Raulillo, a cui invierò molto presto un pacco di giocattoli. Che cosa ne è di tutti voi? I quotidiani di qui hanno pubblicato cose disastrose di un terremoto, sul quale potrete supporre la mia ansietà, benché in nessuna informazione si nominasse Temuco. Ti prego saluta la simpatica Frida, la Teresita se la vedi. Scrivimi largamente e con più continuità: mi sento tanto abbandonato quando la posta non mi porta nient'altro che le lettere ufficiali del Ministero. Che cosa ne è di quello che forse non ti nomineròmai. Io credo che starò all'estero lungo tempo. Se posso andrò in Europa questo anno, e se lì non ottengo niente ritornerò in India. No, coniglietta, non ho pubblicato nuovi libri, ma andrò presto in Spagna a discutere di due che ho pronti. Qui tutte le capre tentano di sposarmi, resisto eroicamente. Sono troppo intelligenti, sanno troppo, ciò è un inconveniente per me. In ogni caso, se mi succede qualcosa nel cuore già te lo racconterò. Abbraccia i cari anziani, tutta la gente e non ti dimenticare di tuo fratello Elcanilla.
Neftalí Ricardo
[Post scríptum di Álvaro Hinojosa (manoscritto al margine).]
Laurita: facciamo vita da poveri contenti con la buona gran Calcutta. A Pablo (ad Elcanilla) si sono allungate le gambe e le spalle, è un uomo grosso. Scrivi. Dai notizie a Neftalí Ricardo di una vedova bella di chi mi parla sempre. Riceva migliori saluti del suo amico Álvaro.
22
[Segue la lettera di Pablo, ora manoscritta, con un'altra data, al rovescio.]
1 di gennaio 1929
Cara coniglietta: Ti auguro Felice Nuovo Anno, ed a tutta la casa. Sono ancora a Calcutta. Vado a Colombo l’8 di gennaio. Questo è l’indirizzo nel successivo: Ricardo Reyes, Consul for Cile, Colombo, Ceylon, India.
Che cosa ne è di Rudecindo Ortega, Carlota, Mason, etc.? Domanda a mio padre che ne è di Manuel Basoalto, della zia Rosa, dei miei parenti. Sto diventando vecchio e penso di più a loro. Peccato che non mi abbia denaro per nessuno di più ed appena per me. Migliorò completamente la Teresa di Rodolfo? Che età ha Raúl? In che corso, in quale scuola sta?
Ricevetti la tua ultima lettera, con un ritaglio della piccola Vera Lamperein. Sembra che sia uscito intelligente, di questo mi rallegro. Temuco, mi viene voglia di vederla: che cosa c'è di cambiato, che cosa c'è di nuovo? Che cosa ne è della signora Amalia? Che cosa ne è dei Reyes Joel, Amos, Oseas, José Ángel ed il nonno? E lo zio Abdías? Abbraccialo.
23
CARTAS 23-27. (Pagine 810-816.) Da Wellawatta, sobborgo di Colombo.
Signora
Trinidad C. di Re
Temuco-Cile.
Colombo, Isola di Ceylán, 14 marzo del 1929
Mia cara e ricordata mamma:
Suppongo che già saprà per la mia ultima lettera datata in Calcutta che il Governo mi trasferì a Colombo da dove le scrivo in risposta alla sua inviata per posta aerea. In realtà devo dirle che stò abbastanza meglio qui che a Rangoon, cioè che sto meno male.
La vita è sempre molto cara, il mio stipendio appena basta per vivere con la decenza che impone la situazione di un console. Affitto un bungalow o chalet sul bordo del mare, e vivo completamente solo nella casa, che è grande. Ho due domestici, un cuoco ed un ragazzo. Sono abbastanza intelligenti, molto servizievoli e molto ladri. Si rubano la terza parte del denaro degli acquisti, ma già uno si abitua a questo. Tutti i domestici rubano in India, e non si può prescindere da essi perché è guardato male che la gente bianca faccia qualunque cosa da sé stessa. Il bianco non deve comprare niente nel mercato o per strada, altrimenti i nativi perderebbero il rispetto. Bene, questo mi sembra interamente male, ma succede che la mia conosciuta debolezza si è accresciuta col caldo di questi paesi, e se lei, mia cara mamma, passasse per casa mia a Colombo, sentirebbe come grido della mattina alla notte al ragazzo affinché mi passi sigarette, carta, limonata, e mi abbia pronti i pantaloni, le camicie e tutti gli artefatto necessari per vivere.
Lei si starà immaginando che sono un gran milionario con le tante storie che gli racconto, e non posso negargli che a volte mi sembra di esserlo, benché la realtà sia qualcosa di differente. A volte mi sento povero ed abbandonato, ed è perchè spesso ho preoccupazioni e fastidi che prima non conoscevo. Ma la vita deve intraprendersi con coraggio, e se mi lamento non è affinché qualcuno mi ascolti bensì per sfogarmi da solo.
Come le si stavo dicendo, mia buona mamma, vivo sul bordo del mare, alla periferia di questa grande città, in un villaggio che si chiama Wellawatta, e che ha un certa somiglianza col mai dimenticato Puerto Saavedra. Mi alzo di mattina, e cammino per il bordo della spiaggia in abito di bagno per un paio di ore sfruttando l'unica ora fresca del giorno. Quindi mi metto nell'acqua che sta sempre tiepida, e tento di nuotare, arte nella quale continuo a progredire a poco a poco. Quindi ritorno a casa dove i miei servitori hanno preparato un eccellente (?) pranzo per il master, come mi dicono. Quindi lavoro. A volte il lavoro è faticoso, altri giorni non c'è niente da fare, se non dormire. Quella che mi manca è una signora, ma lei già vede, sembra che nessuna ami la bruttezza di suo figlio.
Mamma, la prego di farmi scrivere più spesso da Laura Coneja. Io non ho mai novità, non sono mai malato, né fino aa oggi mi è accaduto niente degno di essere raccontato. Invece voi siete tanti, e sono sicuro che avete sempre novità. Come sta la salute di mio signor Padre? Già deve essere abbastanza canuto il cavaliere. Mi causa abbastanza dolore, mia cara mamma, la sua malattia agli occhi, ma signora, bisogna adattarsi alla legge di Dio. Inoltre spero che non sia tanto grave quello come lei dice, poiché ha avuto sempre brutti nervi e quello fa credere che uno ha più malattie di quelle che ha.
Che cosa ne è di Rodolfo, Teresa, come sarà grande e bello come suo zio il forte Raúl. Mi dica che cosa è della famiglia Reyes, il nonno. Mio zio Abdías, ha migliorato di fortuna? Così lo desidero. E gli altri, sono sempre incorreggibili? Amos, Oseas e Joseangelito, dove vivono ora, che cosa fanno? Che ne è di quel santo del mio primo cugino? La verità è che non aveva viso di santo, o io non conosco i santi.
Che cosa ne è di Don Manuel Basoalto, della zia Rosa? Mi piacerebbe che mi facessi sapere alcune notizie di loro. Mi pento tanto di non averli visti prima di partire. Ma sempre non si può fare tutto quello ci piace.
Già presto saranno due anni che lasciai il Cile e non so quando potrò ritornare. Penso di andare in Spagna il prossimo anno, per adesso la mancanza di denaro e il caro che costano i viaggi non mi lasciano pensare a quello lusso.
A tutti auguro loro felicità, di tutti voi mi ricordano tutto il tempo, mi ricordo perfino di quelli che non pensano a me o non mi vogliono.
Mia mamma cara, senta che sto vicino a lei e che l'abbraccio con tenerezza. Suo figlio
Neftalí
Ricardo
24
Colombo, maggio 15, 1929
Mia cara sorellina: Ho ricevuto la lettera di mia mamma. Sono contento che tutti stiano bene. A me niente mi accade. Vivo sul bordo del mare. Sono sano ed allegro. Mi ricordo di tutti voi, volesse invitarli a villeggiare qui, se non fosse tanto lontano.
Saluti per Laurita Vega, e Don José. Saluti per i Pacheco. Per Teresa, Rodolfo, Raúl, i miei migliori affetti. Qui c’è il mio ultimo ritratto, preso di fronte alla mia casa, con Wanu, un piccolo amico indù. A mia mamma ed a mio padre i miei abbracci.
Tuo fratello
Ricardo
25
Colombo, 23 novembre del 1929
Cara coniglietta: Ho ricevuto le tue ultime lettere. Mi rallegra che tutti voi stiate bene di salute ed allegri. Ricevetti la lettera di mia mamma in cui mi parla di una certa idea di Rudecindo per trasferirmi in Europa. Naturalmente l'approvo calorosamente, ed in conseguenza inviai un cablo a quel simpatico deputato (suppongo che ancora lo sarà) dicendolo che mi piacerebbe andare via di qui. Succede che i miei amici di Buenos Aires stavano facendo contemporaneamente pratiche in mio favore, per mezzo dell'Ambasciatore del Messico in Argentina, Don Alfonso Reyes. Siccome le pratiche che Rudecindo avrà avuto la bontà di incominciare coinciderebbero con queste che ti dico, le cose potrebbero riuscire molto bene, ma fino ad ora non ho ricevuto né risposta al mio cablo, né nessuna notizia.
Desidero andare via, non ne posso più di questo paese. Ma non voglio tornare ancora in Cile. È da circa un anno che Álvaro Hinojosa andò a New York, e quindi vivo nella maggiore solitudine. Ho un cane molto simpatico che mi fa grande compagnia. È da molti mesi che non parlo spagnolo, solamente inglese e cingalese che è la lingua dei nativi.
Saluti a Don José, un abbraccio per mia mamma, tutti il ricordo affettuosamente. Una tirata di orecchie per te, KONEKACHAMBEKA,
Neftalí
26
Colombo, Wellawatta, Isola di Ceylán, 25 Gennaio del 1930
Mia cara sorellina: In questo momento ricevo la tua lettera. Non scrivo loro più spesso perché non ho niente da dire loro. Sto bene di salute ed abbastanza felice, benché un po’ troppo solo. Ma bisogna abituarsi a tutto ed accettare la vita com’ è.
A causa della tua penultima lettera inviai cablo e lettera a Rudecindo, poiché mi sarebbe molto gradito uscire di qui quanto prima, ma disgraziatamente non ho ricevuto risposta fino a questa data. Forse egli non avrà potuto ottenere niente, ma in ogni modo mi dispiace che non mi abbia scritto. Mi farai il favore di verificare con Rudecindo il risultato delle sue pratiche, ringraziarlo e comunicarmi immediatamente quello che c’è o non c'è. Andrei via con molta voglia di qui in qualunque parte.
Sto ancora nella stessa casa al bordo del mare che occupo da quando arrivai da Ceylán. Ho vari cani e gatti che mi divertono molto, ed inoltre mi bagno ogni giorno nel mare. Non vedo Álvaro da un anno. Credo che stia in Nordamerica. Vivo molto solo, specialmente perché i miei amici sono andati in Europa. In generale, la gente non rimane molto tempo in queste regioni perché il clima è malsano.
Mi farai il favore di salutare molto, molto cordialmente Frida Japke, che ricordo con grande simpatia. Dimmi il suo indirizzo per scriverle alcune riche. Il nome Berta Corvera mi è conosciuto ma non posso ricordare la persona. Ho molto brutta memoria, peggiora ogni giorno: se mi dai qualcuno segno di lei potrò forse ricordarmi. Sento molto la morte di Don José del C. Vega, e ti prego di comunicare le mie simpatie a Lauríta e le mie condoglianze. Molti abbracci per mia mamma, saluta mio padre e ricevi una buon tirata di orecchie dal tuo fratello vecchio,
Ricardo
27
Colombo, Isola di Ceylán, 8 Febbraio del 1930
Cara sorellina, in questa momenro ricevuta tre lettere da Voi, una tua e due - per Posta Aerea - dei vecchi. Ti dico che non credo che stia bene agitare tanto le cose sulla mia nomina, e che molta insistenza nel tema può piuttosto pregiudicarmi. Il meglio è aspettare un'opportunità e non parlare più che a Rudecindo del tema. Quello che mi dici che sia io a dire quando ci sia un posto libero mi sembra uno scherzo abbastanza infantile: puoi immaginarti se so qualcosa di quello che succede nel mondo, nascosto in questo angolo. È da più di un anno che non vedo un giornale o una rivista del Cile. In generale ho cattivi amici in Cile, a Buenos Aires c'è invece gente che mi invia già da due anni periodici e riveda e lettere che mi rendono la vita più gradevole. L'unica gente che sa di posti liberi nel Servizio Consolare è la gente del Ministero. È assurdo che io indichi dove c'è un posto. Se avessi poteri di indovino questo sarebbe facile, ma disgraziatamente, nonostante viva da tanto tempo in India, non ho imparato fino ad ora arti magiche. Quello che mio papà mi dice nella sua lettera mi sembra più sensato, e se è vero, come l'hanno informato, che si produrrà un cambiamento in Febbraio nel Servizio, bene potesse essere che a me toccasse qualcosa. E così spererò con più fiducia.
La mia salute è abbastanza buona, non ho avuto mai fino ad ora malattia di qualche gravità. Già tu vedi: debole ma duro. Solo ieri caddi come un grande stupido vicino alla mia casa su un mucchio di carboncino, e siccome qui usiamo pantaloni corti (di kaki) mi ferii le ginocchia, che ora ho bendate, ma naturalmente questo non è serio per niente.
Dì a mia mamma che spero di andare in Cile il prossimo anno, sia come sia, e che le porterò molti regali ed animali rari ed un elefante con la sua buona cavalcatura per Don Raúl. Suppongo che questo ragazzo sarà già abbastanza grande e ben messo come suo zio. Dio lo liberi dal somigliare a sua zia.
Ho sentito dicerie che vanno a trasferirmi a Singapore (puoi cercarlo nella mappa, sta a sei giorni di Colombo, nella penisola malese) e diciamo che non sarebbe tanto male, malgrado l'Europa sia migliore. Se mi mandano a Singapore avrò uno stipendio migliore (circa $3.000 al mese) e benché il clima non sia molto buono il denaro lo sistema tutto - o quasi tutto. Io vi avviserò non appena saprò della mia nuova destinazione: per il momento sono stanco di Colombo ed andrò in qualunque parte dove mi nominino.
Saluti a mio papà, e ti prego ringraziarlo per la sua lettera, ed abbraccia mia mamma. Saluti a tutti. Tuo fratello
Ricardo
In ogni caso voglio andare in Cile a Ottobre del 1931, con permesso.
28
CARTAS 28-31. (Pagine 816-821.) Da Weltevreden, Batavia, nell'isola di Java che allora era colonia olandese. La storia della mangusta Kiria e del domestico Brampy, in CHV.
Weltevreden, Java, 29 di Julio del 1930
Mia cara sorellina, molte grazie per i quotidiani, e per la tua lettera che ho appena ricevuto. Non mi inviare più quotidiani perché il Ministero invia ai consoli La Nación e El Mercurio. Nella mia ultima lettera vi dicevo di spedirmi le lettere a Singapore, ma ho fissato la mia residenza a Java, e così inviami direttamente le lettere con questo indirizzo: Ricardo Reyes, Console del Cile, Weltevreden, JAVA, INDIANA OLANDESE. Sono arrivato qui un mese fa, vivo in un hotel, ed ho portato da Ceylon un domestico ed una specie di armadillo ammaestrato molto simpatico, e si chiama Kiria. Sto bene per quello che si riferisce a denaro, ho un stipendio maggiore che a Colombo, ma la vita è cara. Solamente la pensione mi costa più di $1.600, e dopo il domestico, vestiti, scarpe, mangiare, si consuma tutto. Ma tento di economizzare per vedere se posso venire in Cile in Ottobre dell'anno prossimo, mese in cui compierò quattro anni nella carriera, e ho diritto a quattro mesi di permesso. Era più di un anno che non parlavo in spagnolo. Qui ho trovato alcuni spagnoli ed ad un Console di Cuba, ed essi si divertivano molto perché a me costava parlare. La lingua si abitua agli idiomi stranieri ed uno diventa molto straniero per parlare, e balbuziente.
Saluta mio nonno, e mandami un ritratto di lui per vedere come ha l'età. Molti abbracci per mio padre, digli quanto lo ringrazio per i disturbi che si è preso per me, ma che non deve esagerare le cose, alla gente del ministero non piace che si facciano pratiche, molte volte è peggio. Ora bisogna lasciare le cose come stanno, fino a che io vengo in Cile e tenterò di sistemare il problema.
Suppongo che avrai ricevuto la mia lettera con uno o due ritratti, e che ti saranno piaciuti. Dai molti abbracci a mia mamma. Spero di avere l'immensa allegria di vederla nel 1931. Molti saluti a Rodolfo, Teresa, Raulillo ed a chiunque chieda di me. Tuo fratello
Ricardo
29
- carta 29: è uno dei pochi scritti di Neruda su María Antonieta Hagenaar. Porta al margine, manoscritto:”Maruca es muy grinta" (Maruca è molto straniera). Laura conservò, con la lettera, una carta che avvolgeva sicuramente fotografie, in cui che Neruda manoscrisse: "Qui è il ritratto degli sposi! Dopo avere preso questa fotografia andammo via in aeroplano in viaggio di nozze. – R” -. Il cognome di Maruca era Hagenaar (e non "Agenaar" come a volte viene come menzionato): cognome niente raro in Olanda perché deriva dal nome olandese di L'Aia.
Weltevreden, 15 Dicembre del 1930
Sig.
José della Carmen Reyes M.
Temuco
Mio amato e ricordato padre:
Ringrazio per le ultime lettere e notizie che ho ricevuto da Lei, devo comunicargli qualcosa di grande importanza: mi sono sposato. Il mio matrimonio ebbe luogo in questa città il 6 del presente mese. Mia moglie è olandese di nazionalità, ed appartiene ad una distinta famiglia radicata in Java da molti anni.
Il mio desiderio era comunicargli la mia decisione di sposarmi ed aspettare il suo consenso, ma a causa di numerosi dettagli la nostra unione si verificò molto prima della data che pensavamo. Penso che benché così sia stato, se lei e mamma avessero avuto la fortuna di conoscere quella che oggi è mia moglie si sentirebbero tanto orgogliosi di lei come io lo sono, e la vorranno tanto quanto io la voglio. Per me ella riunisce tutte le perfezioni e siamo interamente felici. Non appena Maruca - questo è il nome di sua nuova figlia - imparerà la lingua spagnola, vi scriverà spesso, e vi darà le notizie sulla mia vita e sulla mia salute che tanto affettuosamente voi mi chiedete frequentemente. D'ora in poi voi non avrete l'inquietudine di sapere che vostro figlio è solo e lontano da voi, poiché ho qualcuno che starà con me per sempre. Invio a lei ed a mamma alcuni fotografie del nostro matrimonio. Mia moglie è un po' più alta di me, bionda e dagli occhi azzurri. Siccome io non parlo ancora l'olandese, né lei lo spagnolo, ci intendiamo di inglese, lingua che ambedue parliamo perfettamente.
Ella non ha fortuna personale: suo padre si rovinò a causa di alcune speculazioni rischiose. Comunque siamo felici, benché poveri. María ha un carattere molto buono e ci capiamo alle mille meraviglie. Abbiamo una casa affascinante, un piccolo chalet in un quartiere molto tranquillo, e non credo che lasceremo questa casa fino a che io sia promosso ad un'altra parte o andiamo via da Java.
Ora vi prego ricevere lei e mamma i più affettuosi abbracci di suo figlio, e molto cordiali saluti di mia moglie per lei, mamma, Laura, Rodolfo, Teresa e Raulito che ora ha un'altra zia.
Arrivederci e spero di vederli presto.
Neftalí
Ricardo
Indirizzo: sempre Consolato del Cile,
Batavia,
Java,
India Olandese.
30
- carta 30 si riferisce per la prima volta a qualcosa che diverrà una costante della situazione coniugale: la precaria salute di Maruca. Il ribasso dello stipendio è conseguenza della crisi di 1929 nell'economia occidentale.
Batavia, Java, 23 marzo 1931
Mia cara sorellina: Suppongo che già avrete ricevuto tempo fa la lettera e le fotografie del mio matrimonio. Spero che tutto vi sarà sembrato bene, non può essere altrimenti se voi sapete che sono felice.
Ma, siccome le cose non sembrano mai andare bene del tutto, mi sono accadute già due grandi calamità. Mia moglie è stata molto malata e ho dovuto chiamare una quantità di dottori e specialisti in malattie di donne, ma per fortuna non la operarono. Un dottore costa qui a volte $100 la visita. Tutto è molto caro.
L'altra calamità è un ribasso di stipendio: mi hanno lasciato la metà di quello che avevo, e questa è una disgrazia molto grande perché lo stipendio che avevo non era abbastanza. Siccome voi non sapete né conoscete quello che è la vita fuori di Temuco vi sembrava che il mio stipendio fosse molta cosa, ma non è così e voi dovete credermi. Il mio stipendio di qui era ridicolo per un bianco (perché gli indiani di qui vivono con molto poco), ma uno non può mangiare sul pavimento come loro, e tanto meno un Console.
E così stavo incominciando a pagare i miei debiti quando la brutta notizia è arrivata. Ora non abbiamo né con che mangiare e non so che cosa fare. Chiesi un viaggio di ritorno in Cile per me e mia moglie, ma me lo negarono. Ella è molto buona e mi dà coraggio, ma la situazione è esasperante.
Con questo dovete sapere che le speranze che avevate di vedermi questo anno possono dimenticarle forse per sempre, poiché il mio santo Governo mi nega perfino un viaggio in Cile, dopo avere lavorato per anni in questo clima che neppure le bestie possono sopportare. Non so che cosa fare, a meno che mi ottengano un trasferimento, ma se mio padre vuole fare qualcosa è meglio non muovere un dito se non quando sia sicuro di ottenere qualcosa. I tentativi che non hanno successo sono piuttosto dannosi.
Credo che potessero consultare Rudecindo e dirgli che la cosa unica che mi salverebbe sarebbe un Consolato di Professione in qualunque parte, ed in caso contrario una licenza di 4 mesi con viaggio per me e mia moglie, perché se io vengo in Cile le cose cambierebbero e potrei ottenere qualcosa. Ora non posso pensare a un viaggio in Cile che costerebbe per lo meno 9 mille pesos da qui a Valparaíso, e non ho un centesimo ed ancora debiti per il mio matrimonio. Inoltre voglio dirvi che quando mi sposai non mi immaginavo che potesse succedere tale cosa.
Vi prego che nel caso mio padre o Rudecindo ottengano qualcosa mi mandino un telegramma, poiché vivo nell'ansietà più grande. Un cabloo può indirizzarso in questa modo:
CONSOLE CHILE
BATAVIA
questo basta.
Saluti ai vecchi e molti miei abbracci e di mia moglie per tutti. Tuo fratello
Ricardo
P.S. I ribassi di stipendio li fa il Governo per economia, non crediate che è per colpa mia. - R.
31
- carta 31: ... la rinuncia di Ibáñez. /... / che andasse fuori il paco. I "pacos" sono fino ad oggi, in gergo cileno, i membri del corpo dei carabinieri (poliziotti in uniforme), al quale apparteneva il dittatore Carlos Ibáñez del Campo.
Batavia, 28 Luglio di 1931
Mia cara sorellina, molte grazie per le tue lettere. Mi hanno dato molta pena per l'incidente di Rodolfo. Ha tanto sfortuna il povero. Non smettere di raccontarmi se l'hanno operato: sarebbe terribile se arriva a perdere il suo braccio. Mi spiace di non essere lì per muovere i miei amici dottori, ma confido che tutto gli riesca bene. Dovrebbe cambiare anche commercio: non bisogna insistere quando qualcosa riesce male.
Non mi dici niente di mio padre. Sicuramente il cavaliere si è arrabbiato per il mio matrimonio. Non so come piacer loro. Devono rallegrarsi perché mi sia sposato, non solo per il buono che è mia moglie, ma anche per il triste che è la vita di un uomo solo in questi paesi. Non li avvisai prima perché ci spossammo improvvisamente. I tempi sono cambiati e non c'è motivo per spaventarsi di quello.
Ricevetti anche la lettera di Raulito. La settimana prossima gli scriverò, e Maruca manda una spedizione con regali per mia mamma, per te e per Raulito.
Appena ho ricevuto, ieri, la notizia della rinuncia di Ibáñez. Mi sono rallegrato che non ci sia stata necessità di rivoluzione affinché andasse via il poliziotto. Mi rallegro anche per i miei amici esiliati che potranno ritornare in Cile. (Sono i miei amici Carlos Vicuña Fuentes, Pedro León Ugalde, Enrique Matta Figueroa, il figlio di Don Eliodoro Yáñez e molti altri.) Maruca ti manda la settimana prossima anche una quantità di nuove fotografie in un album molto carino: spero che lo celebrerai con grande entusiasmo. Ti manda anche le foto che perdesti a causa di una sciocchezza. Vivo molto felice e sono ingrassato molto. Peso 80 chili. Qui il cibo fa ingrassare troppo (il riso !). Il riso si serve lesso, senza sale, bianco, ed i condimenti si mettono di lato, in piatti, più di venti (gallina, carne di vacca, peperone, marinatura e molte cose rare). È un gran banchetto.
Ho avuto molti inconvenienti per la pubblicazione del mio libro in Spagna, che fino ad ora non esce, dovrei fare un viaggio ma non ho potuto risparmiare fino ad ora un centesimo, né ho speranze. Mi piacerebbe prendere alcuni biglietti della Lotteria di Concepción, per vedere se mi portano fortuna.
Ti prego scrivimi più spesso. Abbracci a mia mamma, saluti a mio padre, a Teresa, Rodolfo e Raulito. Ti abbraccia tuo fratello
Neftalí Ricardo
32
Alto mare, 9 febbraio 1932
[Intestazione:]
m.s. Pieter Corneliszoon Hooft
Cara coniglietta: Siamo di ritorno in Cile. Il Governo non ha denaro per continuare a pagarmi. Ti scrivo da una nave olandese, prima di arrivare a Ceylán. Lì prenderemo una nave inglese che andrà a Valparaíso via l'Africa del Sud e Stretto di Magellano. Il viaggio da Colombo a Valparaíso sarà di sessanta giorni, e così credo che arriveremo in Cile più o meno il 15 di aprile. Spero di ottenere qualcosa in Cile. Mi mandarono la notizia per cablo, e così mi prese di sorpresa, senza un centesimo. Non so che cosa farò in Cile se non ottengo presto qualche posto. Il vapore con cui arriverò si chiama Forafric ed appartiene alla compagnia Andrew Weir, dove potete domandare la data di arrivo.
Bene, fino a molto dopo, poiché tanto presto avrò la felicità di vedervi e che conosciate Maruca che non parla ancora una parola in spagnolo. Abbracci ai vecchi, e non si allarmino molto con le brutte notizie,
ti abbraccia tuo fratello
Ricardo
33
[Timbro di ufficio del telegrafo: 18 aprile del 1932]
[Pablo e Maruca inviano telegramma da Porto Montt annunciando arrivo nel Forafric e viaggio in treno a Temuco]
Reyes
Correo 2
Temuco
Arriviamo domani. Saluti.
Ricardo
34
[Santiago, maggio del 1932]
Cara coniglietta, finalmente sono insediato in una pensione e posso darti il mio indirizzo. Le valigie non sono arrivate e ho bisogno di esse con urgenza. Su impiego, niente ancora. Le genti dei ministeri hanno la migliore volontà ma fino ad ora non possono darmi niente. Segundo, come sempre, si è comportato insuperabilmente. Non ho tempo per niente, in viavai con gente che può servirmi. Questo è il primo momento e sfrutto per scrivervi. Non voglio che vi allarmiate, mi sembra sicuro che danno qualcosa. Saluti ed abbracci a mia mamma e papà,
Ricardo
Indirizzo: Sig. Ricardo Reyes, Santo Domingo 736, Santiago.
35
[Santiago] 22 maggio del 1932
Cara mamma, quanto avremmo voluto stare oggi con Lei per abbracciarla nel giorno del suo onomastico. Qui ie mando un pezzo degli scacchi, affinché si ricordi di me giocando. Maruca mi incarica di abbracciarla ed augurargli tutta la felicità a cui lei ha diritto, mia cara mamma.
Io non ho niente di nuovo. Devo ringraziare per il posto nel Ministero: solo lavoro 2 ore al giorno, ed è solo per un po', fino a che se ne produrrà uno migliore che hanno promesso darmi. Gli do di nuovo i miei abbracci più stretti e spero che gli piaccia il pezzo degli scacchi. Saluti al papà e tutti,
Neftalí Ricardo
[Al rovescio della stessa lettera:]
Laura, non so di quale ritratto parli. Tu dicesti a Maruca di uno (di El Mercurio) che era ripetuto, ma un altro non lo abbiamo portato. Se ti riferisci alla fotografia che avevano nel salone, se la saranno rubata, perché non l'abbiamo portata, né io potrei permettere una simile cosa.
Se sapete di qualcuno che vada a Temuco ditemelo per mandarti le chiavi della scatola più grande, perché ho lì cose che necessito con urgenza. Si abbraccia tuo fratello
Kanilla
36
Santiago, 27 maggio, 1932
Cara coniglietta, non so ancora niente se hanno ricevuto il regalo che mandai alla mia mamma per pacco postale per il suo compleanno. Con Ramón Carrasco vi invio le chiavi delle casse affinché mi facciano il favore di comandarmi la scatola grande con libri. Delle altre ti prego di cercare il ferro da stiro ed una pelle bianca (avvolta in carta) di Maruca e mettila nella scatola grande e dirai a mio papà che me la rimettano per corriere. E che mi mandano il biglietto non appena lo spediscono.
Qui ha fatto molto freddo. Maruca è stata raffreddata ed io anche, ma nonostante tutto a lei piace abbastanza Santiago. Maruca dice che perché non segui nella scuola il corso di confezioni invece di quello di cappelli. Dice che è più utile che ti servirebbe per riformare quella gonna di seta nera che ti diede.
Io mi sento molto bene. Sono pieno di inviti e festeggiamenti che mi stancano un pò ma che accetto perché possono servirmi.
Fai molta attenzione se nella scatola c’è un esemplare dei Veinte poemas mio che devo consegnare a Nascimento perché molto presto esce un'altra edizione da questo libro. Fai attenzione anche ad un rotolo di carta scritta a macchina affinché anche mi pervenga, che lo necessito con più urgenza che mai. È il mio nuovo libro che sta per essere stampato a Santiago. Fai attenzione, e se non stanno nella scatola dei libri cercali nelle altre e mettili nella scatola grande, che mi necessitano molto.
Sono uscite varie cose su me, in El Mercurio delle due ultime domeniche, in Ecran del 10 di maggio, in una gran rivista che uscirà il 1.° di Luglio chiamata La Revista del Pacífico, e domani sabato 28 mi danno un gran banchetto gli scrittori. Il ritratto di Raulito uscirà in Luglio in El Peneca. La medicina si chiama Nujal e bisogna prendere una cucchiaiata nella notte tutti i giorni, ed una nella mattina. Dopo un poco si prende solo nella notte. Molti abbracci per tutti e specialmente per i miei vecchi. Tuo fratello, Ricardo Neftalí. - È meglio che indirizziate le lettere come segue: signor Pablo Neruda, Ministero di Relazioni Esterne, Sezione Biblioteca, Santiago.
37
Santiago, 27 novembre [1932]
Cara Laura: Sono stato fino ad ora sperando di ricevere notizie e sapere come prosegue la mia mamma, ma sembra che voi crediate che io posso indovinare. Mi causò immensa allegria pensare che potè resistere all'operazione. È un vero miracolo, e spero che starà bene di animo.
Una occupazione per Rodolfo risulta difficile da cercare prima che Alessandri si faccia carico del governo. Allora tenterò di trovare qualcosa in Temuco, malgrado io non abbia veramente influenze; ma tenterò di parlare ad alcuni amici.
Qui fa molto caldo, e spero di avere prestissimo un congedo per andare al Sud. Ho visto varie volte Jorge Masón e Carmela. Leontina e Yayo andarono via dalla casa. Yayo sta per sposarsi ed è molto povero. Ho tentato di ottenere un impiego per lui ma non ho potuto.
Mi trovai con Don Artemio Ovalle che è molto povero.
Non posso mandarti il libro per la Scuola perché dovrei comprarlo e non ho molto denaro. La vita in Santiago è sempre di più cara.
Molti abbracci alla mia vecchia cara, saluta mio papà.
Tuo fratello
Ricardo
38
[Santiago] gennaio 4, 1933
Cara Laura:
Spero che abbiate passato tutti un anno nuovo felice. Maruca ed io fummo molto contenti quella notte e ci ricordiamo di voi.
Non so se mi daranno il permesso e lasciapassare per il mese di febbraio che mi piacerebbe passare con voi. Io ti avviserò non appena avrò la certezza.
La zia Elvira de Basoalto mi ha scritto la lettera che ti includo, e dalla quale seppi la morte dello zio Manuel. Penso che devono stare nella miseria e mi fa male non poterli aiutare, perché io stesso sono molto povero. Il mio stipendio non mi basta per vivere. La vita è incredibilmente cara a Santiago. Tento di andare a vederli a Rancagua e ti dirò il risultato della mia visita.
Maruca continua ad indebolire, vi manda molti abbracci di anno nuovo.
Dimmi come prosegue la gamba della mia mamma.
Ti abbraccia tuo fratello.
Nefta
39
Signor José del Carmen Reyes
Temuco
Febbraio 23 [1933]
Caro papà:
Mi è stato impossibile ottenere biglietti. Mi dicono che mi daranno biglietti fra un mese, e così allora ho la speranza di vedervi.
Sto correndo il pericolo che sopprimano il servizio dove lavoro.
Qui mando una lettera a Segundo affinché faccia qualcosa di urgente. Lo prego, papà, che gliela mandi molto velocemente a vedere se possono difenderci perché pensano di attaccare la Camera.
Lo prego abbracciare mia cara mamma, e riceva il rispettoso abbraccio di suo figlio
Neftalí
40
Santiago, 3 di maggio del 1933
Cara Laura: Sento enormemente quello che accade e spero che mio papà migliorerà molto presto. Ti prego annunciami ogni giorno il suo miglioramento. È da vari giorni che ti inviai alla posta #2 un giro per 15 pesos che spero avrai ricevuto. Siamo ansiosi per la salute di mio papà, e così ti prego scrivimi tutti i giorni.
Pablo
41
[Telegramma]
Laura Reyes
Lautaro 1436
Temuco
Avvisami stato papà e se vuoi una risposta pagata
Neftalí
42
CARTAS 32-47. (Pagine 821-831.) Viaggio e ritorno al Cile (aprile 1931). Residenza in Santiago fino ad agosto di 1933.
- carta 36: /... / un rollo de papel escito a maquina /…/ Es mi nuevo libro /…/ (un rotolo di carta scritta a macchina.... È il mio nuovo libro). Erano gli originali della prima Residencia che sarà pubblicata da Nascimento nel 1933.
- cartas da 40 a 43 alludono ad uno o due viaggi brevi di Neruda a Temuco con motivo della malattia di Don José del Carmen. Quei viaggi, benché amari e dolorosi per varie ragioni, rinnovarono l'energia creativa del poeta. In Puerto Saavedra scrisse "Barcarola" e forse "El Sur del Oceano" che misero in marcia la composizione della seconda Residencia dopo un anno di sterilità. Al riguardo, cfr. Loyóla 1987.
[Telegramma]
Laura Reyes
Lautaro 1436
Temuco
Vengo stanotte
Neftalí
43
Lunedì 15 di maggio 1933
Laura, perché non mi hai scritto? Come è proseguito mio papà? Ti scrivo dall'ufficio, Maruca ti scriverà questo pomeriggio. È incantata con la torta, se la vuole mangiare tutta senza invitare nessuno. Io sto lavorando da oggi. Ti prego dimmi come sta mia mamma e tienimi informato tutto il tempo. Si abbraccia tuo fratello
Nefta
44
Temuco [errore: è Santiago], 1 di giugno 1933
Cara Laura: Oggi spedisco per pacco postale, a nome di mio papà, ed al correo 2, una scatola con una portamatita forte ed una matita per Merceditas. Non lo feci prima perché quanto trovai nei negozi era molto ordinario, e per questa scatola ho dovuto pagare qualcosa in più ma è molto bella. Rispetto al bastone che posso dirti ma l'ho lasciato nella casa. Se lo saranno rubato di là. In ogni caso dimmi se l'hanno trovato o no, oppure se posso comprarne uno a mio zio. Domanda a Benavente, è l'unica parte dove potrebbe essermi rimasto.
Mi rallegro che mio papà prosegua meglio, ma ti prego mandami notizie più continue. È molto assurdo dire che io devo chiedertele ogni volta, non devi altro che scrivere. Dimmi anche come sta mia mamma e non essere scarsa nello scrivere. Scrivesti una lettera molto scarna a Maruca. Saluti a tutti.
Ricardo
In questo momento ricevo un telegramma da mio papà. Di che cosa si tratta?
45
Santiago, 16 agosto [1933]
Mio caro papà: Non ho voluto fino ad ora comunicarvi niente sulla mia nomina di console a Buenos Aires perché fino ad ora non avevo niente di sicuro. All'ultimo minuto, già dopo pubblicato il mio decreto nei quotidiani e firmato il mio decreto dal Presidente, il Partito Conservatore lanciò un candidato per il mio posto, ed avvalendosi dei suoi intrighi fraterni riuscirono a convincere il Presidente che lasciasse senza effetto la mia nomina. Ma siccome neanch’io dormo, feci valere tutte le mie influenze e riuscii affinchè il Presidente riconsiderasse il suo atteggiamento. Ora sembra, dunque, che ho vinto la battaglia ed andrò a Buenos Aires, ma non so se gli intrighi del Partito Conservatore possano ancora sconfiggermi.
Questa è la situazione. In attesa di sapere la data del mio viaggio verrò a Temuco con Maruca a passare alcuni giorni con voi e lì vi racconterò tutti i miei contrattempi. Come vi dico, non ho ancora una data per il mio viaggio, ma glielo comunicherò non appena lo saprò.
Affettuosi abbracci per mia mamma, e lei riceva l'affetto di suo figlio
Neftalí Ricardo
46
Santiago, 25 agosto 1933
Mio caro papà: Con gran sentimento devo dirvi che il Ministero mi ha dato istruzioni per partire al mio posto a Buenos Aires senza perdita di tempo, e dandomi appena il tempo per sistemare i miei debiti e preparare il mio bagaglio. Siccome dobbiamo partire domenica, non ho, dunque, tempo per congedarmi da voi. Specialmente lo sente Maruca, ed io con lei, poiché già appena voi la vedeste e la mia vita vagabonda mi fa partire di nuovo. L'unica consolazione è il che io vado tanto vicino e credo mi sarà facile venire a passare alcune vacanze con voi.
Il Governo approvò finalmente la mia nomina ma non mi diede denaro per i biglietti. Questo l'ho ottenuto qui e là in tutta fretta, ed ebbi la fortuna di trovarmi con Amalia e suo marito che furono molto attenti e mi prestarono mille pesos che manderò loro da Buenos Aires.
Presso Jorge mi diedero una festa molto simpatica, mi rallegrarono molto e mi fecero sentire un poco la famiglia prima di partire.
Stiamo impacchettando valigie e vendendo cose, e vivendo in una vera febbre per ottenere per noi il valore di due biglietti, e per partire prima che si pentano un'altra volta della nomina, come lei sa. Maruca vi scrive un'altra lettera, perché io lo faccio dal Ministero.
Abbracci per mia cara mamma, per Rodolfo, Teresa, Raulito, ricordi affettuosi ed addii per mio zio Abdías e zia Glasfira e bambini, e (per) mio nonno che tanto avrei desiderato vedere. E lei riceva l'abbraccio dell'affetto di suo figlio
Neftalí Ricardo
47
[Telegramma]
28 agosto 1933
Reyes
Stazione Temuco
Abbracci affettuosi. Partiamo oggi.
Maruca/Neftalí
48
CARTAS 48-51. (Pagine 831-834.) Da Buenos Aires.
- carta 48: /... / tengo de jefe un cónsul que es muy buena persona y amigo (ho per capo un console che è persona molto buona ed amico): Sócrates Aguirre, padre di Margarita.
- nella carta 50 Neruda annuncia che Maruca è incinta. Senza dubbio scrisse allora il poema "Maternidad" di Residencia I.
Buenos Aires, 25 sett. '33
Mia cara sorellina, ricevetti la tua lettera e mi dà molta pena che non sappia interpretare quello che io penso. Ogni giorno mi sono ricordato di te, la mia coniglietta cara, che cosa importa che non ti metta nelle lettere. Il mio ultimo tempo a Santiago fu pieno di preoccupazioni che facilmente tu comprenderai. Da un giorno ad un altro dovetti partire, ottenendo denaro prestato da una parte e da un'altra, con Maruca ammala ed facendo i bagagli. Per nessun momento puoi dubitare del grande affetto che ho per te e che conosci troppo bene, e né relazioni né stipendio né niente mi faranno dimenticare la buona ed affettuosa che sei per me.
Perché non mi hanno risposto da casa? Come stanno mio papà e mia mamma?
Io sono più o meno contento, mettendo un'altra volta casa. Qui ho come capo un Console che è persona molto buona ed amico.
Ti prego scrivimi dicendomi come stanno tutti.
Si abbraccia tuo fratello
Ricardo
49
Buenos Aires, 9 ottobre del 1933
Mia cara sorellina: In questi giorni ti arriverà un giro per cento pesos affinché possa andare come delegata alle Fiestas. È parte di un premio che mi diede il Ministero dell’Educazione per il mio lavoro in poesia. Altri cento ho mandato alle mie zie Basoalto a Rancagua, sono tanto povere.
Ti mando anche per questa posta un pacco di riviste, poiché ti piacque tanto quella che ti mandai prima.Ci sono due riviste per bambini che sono per Raulito.
Pablo
Perdona, ma non ho tempo di scriverti di più.
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Signor Don José del C. Reyes
Correo 2 Temuco
[Buenos Aires] 24 marzo, 1934
Caro papà: Appena ricevo la sua breve lettera da Parral in cui mi annuncia il suo ritorno a Temuco. Mi rallegro immensamente del bene che hanno passato, e spero che questa stagione finirà di assestare la sua buona salute. Mi sento molto felice pensando quanto contenta sarà stata la mia cara mamma vedendo di nuovo le sue terre.
Io sono stato sommamente occupato in questo tempo: ho lavorato più di tutto quello che avevo lavorato nella mia vita. Il Console Generale che è il mio capo diretto, dovette trasferirsi al Cile in periodo di licenza, ed io rimasi con tutta la responsabilità di questo ufficio, con molti impiegati ed un'enormità di lavoro.
Ora gli darò la gran notizia, e è che - come presumiamo - lo faremo nonno in agosto di questo anno. Malgrado Maruca abbia avuto alcuni difficoltà interne, spero che tutto andrà bene. Ancora non riusciamo a risparmiare niente, ma che cosa possiamo farci. Si sistemerà già tutto col tempo. Suppongo che Laura sarà incantata di avere un nuovo nipotino o nipotina. E Lei, che cosa mi dice?
Maruca sta molto bene, imparando a tessere. Pronto gli scriverò più a lungo. Abbracci a tutti. Lo saluta affettuosamente suo figlio
Neftalí
Papà, dal 1.° non abbiamo gratis affrancatura per la corrispondenza. Questo mi renderà molto caro l'invio dei quotidiani. E così lo prego dirmi quello che più gli interessa per ritagliargli il più importante.
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CARTAS 51-55. (Pagine 834-838.) Dall'Europa.
- La carta 53 rivela la base delle poema "Enfermedades en mi casa” di Residencia II.
- carta 55: Pablo e Maruca, separati in realtà, non torneranno ad incontrarsi mai più.
[Buenos Aires] 28 marzo, 1934
Mia cara sorellina della mia anima, non sai quello che ho pensato di scrivere per raccontarti le mie novità, ma non ho avuto tempo per niente, con molto lavoro e preoccupazioni. Voglio che non dubiti che ti ricordo con tutto l'affetto che tutta la mia vita ha conservato per la mia unica sorella coniglietta.
Il libro non lo comprai perché quella libreria che mi indicavi nella tua lettera non esisteva. Dimmi se vuoi un altro libro sulla stessa materia o se necessiti esattamente di quello, per continuare a cercarlo.
Tu sai che avrai un nipote in agosto. Ma non volevo dirti che il Governo mi ha trasferito in Spagna, Barcellona, dove devo partire tra poco. Quando saprò la data esattamente ti dirò. Che cosa possiamo fare: tu sai che il mia carriera è come quella del marinaio, non può contravvenirsi agli ordini.
Voglio che lo dica a mio papà ma non ancora a mia mamma perché può soffrire pensando che stò molto lontano. Comunque, prima di andarci gli parlo per telefono. Dimmi il numero di Ia Cuchara, o se hanno un altro che preferiscano. La voce si sente molto chiara e voglio che ci sia mia mamma, mio papà, tu e Raúl. Io vi avviserò il giorno e l'ora.
Ora arrivederci, sorellina. Maruca ti manda molti baci, e ricevi l'affetto di tuo buon gemello
Nefta
Non tornare mai a dirmi che mi dimentico di Voi perché ho denaro e vivo bene. Devi chiedermi perdono per un insulto tanto grande. Io sono stato sempre uguale: scrivo poco e vi voglio molto bene.
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[Cartolina]
Signorina
Laura Reyes
Correo #2 Temuco
Chile
Costa del Brasile, 12 di maggio [1934]
Caro coniglietta, siamo da una settimana in viaggio. Sono stato un poco malato ma sto bene. Maruca molto bene. Scrivimi a Barcellona. Come stanno i vecchi? Mi dispicque molto lasciare Buenos Aires, dove mi vogliono molto bene.
Saluta zia Glasfira e zio Abdías e comandami il suo indirizzo!
Ti abbracciamo
Nefta e Maruca
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Signor
José del C. Reyes
Temuco
Madrid, Spagna, 25 agosto del 1934
Caro papà: Il giorno 18 del presente nacque nostra figlia che porta i nomi di Malva Marina Trinidad, in omaggio alla mia cara mamma. Non mi sono affrettato a comunicarvi la notizia perché non tutto è andato molto bene. Sembra che la bambina sia nata prima del tempo ed è costato molto che viva. È stato necessario avere dottori tutto il tempo ed obbligarla a mangiare con una sonda, iniezioni di siero, e con cucchiaiate di latte, perché non voleva poppare. Ci furono momenti di grande pericolo in cui la bambina poteva morire e non sapevamo che cosa fare. È stato necessario passare molte notti in bianco e anche il giorno senza dormire per dargli l'alimento ogni due ore, ma il medico ci dice che oramai non c'è pericolo, sebbene la creatura necessiterà di molte cure. Penso che come a me con molte cure, potremo allevarla. Tra venti giorni si comincerà a dargli olio di baccalà, come a me mi facevano prendere, e che è l'unica salvezza dei bambini rachitici.
La bambina è molto piccolina - nacque pesando solo 2 chili e 400 grammi - ma è molto carina, come una bambolina, con occhi azzurri come suo nonno, il naso di Marca (per fortuna) e la mia bocca. Tutto il mondo la trova molto carina e presto vi manderò una fotografia. Ovviamente la lotta non è ancora terminata, ma credo che si sia guadagnato già la maggior parte e che ora aumenterà di peso e diventerà presto grassa.
Maruca è stato molto bene. Non ebbe grandi dolori ed il suo parto durò solo un'ora e mezza. Ha fatto bella figura e già domani si alzerà. Si è ricordato molto di lei, di mamma e di Laura, e sente che state tanto lontano e non potete vedere la nipote.
Io - come sempre - me lo porto dietro, alla ricerca di un posto dove rimanere e che mi sia utile per molto tempo. Ora sto a Madrid in commissione di servizio, ma è molto possibile che rimanga in questa come Console. E così potete scrivermi a Madrid, ed io vi annuncerò quando il Governo decida dove lasciarmi in modo definitivo. Tanto viaggio, ed in più con le preoccupazioni della malattia di Maruca, i cambiamenti di casa e di città, non mi permettono di scrivervi con la tranquillità che vorrei, ma non voglio che prendiate questo per ingratitudine, perchè io vi tengo sempre vivi nel ricordo, e se non scrivo loro è che niente mi accade. Madrid è una grande città ma in molti aspetti [non ha] l'ombra del progresso della nostra capitale. Stanno anche qui in costante cambiamento politico e lo portano fino agli spari, ma non vi allarmate per quel motivo quando lo leggete nei quotidiani, perché badiamo molto bene a non stare vicino ai colpi.
Ma qui ho un magnifico campo per i miei lavori letterari e molti amici spagnoli, dei più famosi della Spagna che mi desiderano e mi ammirano molto. Immediatamente mi hanno pubblicato sulle riviste ed un libro uscirà quest’altro mese. E così siamo molto contenti, poiché sembra che le cose si rischiarino e che anche la bambina va migliorando.
Come ha passato lei l'inverno? Qui in questo tempo finisce l'estate che è stata terribilmente calda, più che in Cile, e comincia in questi giorni l'autunno. Quando mi ricordo del mese di settembre in Temuco, dei peschi in fiore, mi fa voglia di tornare a vederli ed a giocare al volantino.
Molti ricordi a mio zio Abdías e zia Glasfira, così come a Mario, alla sua signora, ed agli altri cugini. Abbracci a mio nonno, a Rodolfo, Teresa, Raúl, ed agli amici che chiedano di me. Ricevete lei e mamma l'abbraccio devoto di suo figlio che li ricorda e li ama
Ricardo Neftalí
[Poscritto manoscritto per Maruca:]
Miei cari genitori e Laurita: Mi spiace tanto che voi non potete vedere vostra nipote. È tanto carina come un angioletto e siamo molto orgogliosi di lei. Ma è ancora molto debole e dobbiamo curarla molto. Devo alimentarla ogni due ore. Con la prossima lettera manderemo alcune fotografie di nostra figlia. Mi sento molto bene. E voi come state?
Spero che voi ci scriverete molto presto. Un abbraccio e molto affetto da sua figlia e sorella
Maruca
Indirizzo: Consolato del Cile, Madrid.
54
[Cablo]
Reyes stazione Temuco.
Tutti bene.
[Il timbro dell'ufficio di All America Cables in Santiago porta la data 25 di Luglio 1936, ad una settimana dal sollevamento franchista.]
55
Parigi, 20 agosto, 1937
Mia carissima sorellina: ho appena ricevuto la tua lettera di saluto per il mio compleanno. La malattia di mamma mi riempie di pena. Per fortuna sto per venire in Cile: mi imbarco il 28, cioè, fra una settimana. Maruca rimane in Olanda con la bambina e con la sua famiglia fino a quando non sappiamo quale è la mia destinazione.
Non ho ricevuto risposta a due lettere che vi ho inviato. Forse non saranno arrivate. Ma a voce potrò solo raccontarvi la terribile guerra spagnola e tante cose che ci sono accadute. Nessuna lettera sarebbe bastante.
Molti affettuosi saluti da Maruca e tutto il mio affetto per te e papà e tutti,
Neftalí Ricardo
A mia mamma la nostra grande tenerezza.
Sorellina: ti prego metti questa lettera in una busta [si riferisce ad una lettera aggiunta] e mandala a Luis Enrique Délano, San Isidro 1068, Santiago. - P.
56
Viña del Mar, 29 dicembre del 1937
Mia cara sorellina, da Santiago mi avvisano che ci sono alcune tue lettere per me. Mi spiego quanto sarai impaziente senza aver ricevuto più le mie notizie. Dopo l'atto del Municipale mi trasferii a Valparaíso a ripetere la serata che ebbe gran successo, ma durante essa quasi svenni ed alla fine dell'atto mi videro tre dottori che mi proibirono di ritornare a Santiago né leggere né scrivere per molto tempo. E così ho lasciato abbandonati tutti i miei lavori e sono rimasto qui in campagna, a vedere se i miei nervi stanchi per tante cose migliorano un po'. Appena torno a Santiago che sarà il 5 o 6, ti manderò il biglietto e verrai immediatamente. Sono stato molto male, credevo di morire, ma questo non è necessario di dirlo ai vecchi. Hai scritto al curato? Che cosa dice. Abbracci ai vecchi ed un gran abbraccio per te da tuo fratello
Pablo
Indirizzo: Consolato Generale della Spagna, Valparaíso.
57
[Telegramma]
Laura Reyes
Correo 2 Temuco
Sorellina ti invio il necessario affinché venga subito.
Neftalí
[Il francobollo del Telegrafo dello Stato segna data: 7 gen 1938.]
58
CARTAS 58-61. (Pagine 839-841.) Queste lettere hanno a che vedere col Messico in due epoche diverse: durante il viaggio del nuovo console nel 1940 (58 e 59) e durante l'esilio nel 1950 (60 e 61).
[Cartolina timbrata a Caldera, costa nord del Cile, 24 Luglio del 1940.]
Carissima sorellina:
Vado di nuovo in viaggio, in Messico ora. Ti voglio molto bene ed anche a Ramón molto. Smetti di essere stupida. Non ti scrivo poco: già dovevi conoscere tuo fratello.
Pablo
Indirizzo
Consolato Generale del Cile
México D.F.
59
[Cartolina spedita dal Panama, 20 agosto del 1940]
Signora.
Laura Reyes de Candia
San Carlos (a San Fabián)
Cile
Un abbraccio da tuo fratello dal Panama.
Pablo
60
- carta 60: Dime se pediste el barquito a Pedro Pacheco (Dimmi se chiedesti la barchetta a Pedro Pacheco). Sempre pensando ai suoi giocattoli, perfino in momenti piuttosto drammatici.
Messico, 23 maggio del 1950]
Cara Laura: Ricevuta la tua lettera. Tu non ti rendi conto che aprono le lettere e quella che tu ricevesti prima era incollata molto bene, ma aprendola nella Posta la lasciarono scollata. Così ti abituerai ad essere più discreta e è per questo che ti dobbiamo dire le cose di quella maniera.
Un nostro amico, il signore Gonzalo González, si porta il libro che chiedi. Inoltre porta per la casa un servizio di coltelleria che è molto prezioso. Devi avere molto cura di esso e conservarlo nella cassaforte di Fernando o in un'altra parte. È proprietà di Delia. La direzione di questo signore è: Los Leones 148, telefono 41814 (sta sulla guida). Devi chiamarlo verso le sette della sera e gli dirai chi sei. Voglio che l'inviti a visitare la casa e che tu e Soria lo soddisfacciano, perché è l'unica persona dell'Ambasciata che qui non ha tradito l'amicizia che avevamo.
Dimmi se chiedesti la barchetta a Pedro Pacheco. Dimmi se Manuel S. [Solimano] fece viaggiare la Diosa del Mar fino alla casa. Questa la voglio per la casa di Los Guidos, non per la Isla: Sulla cucina, ci capiamo. Se tu la consegnasti a Manuel affinché la lasciasse in Valparaíso, egli non l'avrà fatto. Il nostro indirizzo fino al 20 di giugno è lo stesso. Poi ti comunicheremo il nuovo indirizzo. La Familia Mexicana ti comincerà ad arrivare presto. Molti abbracci e telefona ad Eugenio González che gli mando molti saluti. - [Neruda firma con un scarabocchio illeggibile.]
P.S. Il signor González ti consegnerà un denaro. Conservalo in una busta e lo consegni a Lola Falcón a cui lo devo da molto tempo. Dì al Dr. Miranda che mandi immediatamente le carte in Francia, perché l'atto deve essere pronto in quindici giorni. - P.
61
- carta 61: /... / la mona de Casablanca /…/ (la scimmia di Casablanca). Una delle polene di prua (cfr. Una casa en la arena, in OCCC, vol. III).
Messico, 13 giugno 1950
Cara Laurita, non so da dove tiri fuori quello dalla rabbia. Quello solo è proprio dei cani, ad eccezione del Kuthaka. Voglio che compri pietre del pavimento del Ministero di Educazione che stanno demolendo. Voglio cambiare i mattoni del davanti con queste pietre. Compra tutte quelle che puoi. Dì al Coco Arriagada che sono per me e che le tratti lui o Solimano, dopo chiederai il denaro a Fernando e le porterai a casa. Anche a Solimano che porti la statua di Casablanca e la lasci in Casa Michoacán, non in I.N. Cancella con Fernando il compromesso con André Rácz e tenta di affittare la casa a quelle persone che la volevano (I.N.).
La barchetta di Pacheco: chiedi a questo la direzione della casa e vai tu stessa a cercarlo, combinando con Manuel. A questo dirai che l'aspetto in Italia. Parto il 20. Non scrivere a questo indirizzo. Il nuovo te lo comunicherò. Le carte e foto che stanno dentro il libro sono per Pro Arte. Portale a M.E. Hübner affinché le pubblichi. Questo è urgente. Saluti a tutti i soci, al Kutako, e si abbraccia tuo
fratello
62
Alto mare, 8 Luglio del 1950
Mia cara sorellina: Andiamo in viaggio verso l'Europa. Arriviamo già oggi a Lisbona, da dove ti spedirò questa lettera. Il viaggio è stato buono e tranquillo fino ad ora. - Il libro eccedente, poiché hai due, devi consegnarlo a Lola. - Sono sceso, con un regime speciale, di 10 chili. Stavo pesando più di cento e per quel motivo mi conveniva dimagrire. Scrivimi lungamente come sta la casa e se portarono la statua di Casablanca, etc., gli incarichi che ti ho fatto.
Fernando si lamenta nella sua lettera che Soria non lo paga. Questo è molto dannoso per noi perché siamo con molto poco denaro. Possibilmente appena per mangiare, o meno, in Europa. E così ti prego di dire a Soria che faccia uno sforzo per aggiornarsi e che ugualmente faccia una cancellazione totale dei miei diritti d'autore, tanto dei libri come dei dischi stampati e dei libri manoscritto che ha pubblicato. Questo glielo dirai con molta simpatia, perché le ho molto affetto, e non alla maniera meridionale.
Voglio che mi racconti anche della famiglia, che cosa ne è degli zii e dei nipoti. Come si sono comportati i Reyes con quel triaditore G.V. [González Videla]? In Isla Negra mi interessa molto che estirpassero la peste quella che uscì lì che si chiama "capello di angelo." Come potresti farlo? Puoi mandare José con istruzioni precise, prese da un ingegnere agronomo. Mi hanno detto che anche lì manca un portone per la porta. Tratta di farlo affinché non abbia un'apparenza tanto abbandonata. Dimmi se già è installata la luce e andrò ad esserci l'acqua.
Tornò Tomás dal Brasile? Se è arrivato, digli che mi scriva e dagli il mio indirizzo poiché il suo lo ho perso perché mi rubarono il libretto in cui l'avevo appuntato. ti abbraccia tuo
fratello
Non posso leggere la lettera di tuo fratello perché mi si sono rotti gli occhiali. Il lamento di lui è giusto ma non dire niente a Soria. Tu sai che è una buona persona ma molto disordinata. Oggi la nostra situazione è peggiorata e Fernando si lamenta. Ti scrivo alla cieca. Tuo fratello sta ciascuna volta meglio. Quando avrò i miei nuovi occhiali ti scriverò lungo. Abbracci.
María [Delia]
63
Parigi, 29 agosto del 1950
Cara sorella: Ti scrivo per darti il nostro indirizzo che è come segue:
Mme. Delia del Carril
38, Quai d'Orléans
Parigi IV, France
Voglio che mi dica se ricevesti la lettera di Delia spedita da Barcellona e perché non gli hai risposto. Ti chiesi anche vari incarichi su una statua che sta in Casablanca, e la barchetta di Valparaíso, e devi dirmi che ne è di tutto quello. Raccontami come stanno il giardino e la casa dell'Isola. Mandami alcuni ritagli perché nessuno mi manda niente.
Infine: comunica il mio indirizzo agli amici per ricevere più lettere dal Cile. Staremo in questo fino a che ti scriva di nuovo e ti dia un'altro indirizzo e sarà per molto tempo. Dimmi se consegnasti il libro a Lola, perché uno era per te e l'altro affinché glielo consegnassi. Ho qui molti libri, voglio mandarli direttamente a te, dimmi a che indirizzo, e dove ti causino meno lavoro per portarli, perché saranno pacchetti che ti manderò settimanalmente.
Delia ed io ti abbracciamo. Vogliamo avere una fotografia del teatro della casa del bosco. Almita Hübner de Aparicio ti manda molti saluti.
P. e D. [con lettera di Pablo]
64
[Zúrich, gennaio del 1952 ?]
Cara sorellina, sento di dovere deludere molto le tue speranze ma è il caso che tua cognata ritorni al suo paese per ragioni diverse il 15 di gennaio e col vapore danese Bio-Bio che partirà in quella data da Copenhagen. Devi desistere per la forza dalle circostanze del tuo viaggio all'Europa, che sarà in un'altra occasione.
Ti proponiamo la cosa seguente: prenditi un viaggio a Río di Janeiro nella data corrispondente all’arrivo di questa nave e fai il viaggio di ritorno per il nostro conto, con tua cognata. Tu devi informarti delle date della compagnia danese a Buenos Aires e telegrafa alla compagnia alla signora Delia del Carril (nient'altro) affinché il tuo telegramma glielo diano prima o all'arrivo a Río. Di questo viaggio non devi dire niente a nessuno. Presto ci vedremo. Si bacia tuo
fratello
Non mi sembra male la soluzione. Stavamo in un circolo vizioso e non sapevamo che cosa fare affinché non rimanessi troppo delusa. A tuo fratello venne in mente alla fine questa soluzione. Io so già che questo non ti consolerà di vederlo ma è meglio di niente. Già ti scriverò più a lungo. Abbracci. - Delia.
Scrivi immediatamente a:
Sig. Esteban Garbarini Islas, per Delia
Bureau International du Travail
Genéve, Suisse
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CARTAS 65-66. (Pagine 844-846.) Da Capri. Notare come Neruda conviveva intimamente coi suoi oggetti familiari e col suo ambiente cileno dovunque stesse. Soprattutto se era tranquillo e felice, come lo stava a Capri con Matilde quando scrisse queste lettere. La fortuna di quei mesi non lo distrasse della sua incredibile e commovente ossessione per "la statua di Casablanca."
Capri, 1 di febbraio [1952]
Cara sorella, in mio possesso la tua seconda lettera. Alla prima risposi con un cablo all’indirizzo di Alves. Suppongo l'avrai ricevuto perché ti dicevo il cambiamento di nave di Delia. Il suo unico nome è Delia del Carril, senza Reyes né Neruda, fai bene attenzione, affinché non faccia una gaffe quando domandi nell'ufficio della nave. Come ti annunciava, viaggia sul Río de la Plata che partì il 30 da Gottemburgo e prenderà alcuni giorni. Ora mi scrive la Hormiga che forse non toccherà Río. In questi caso vedi di partire quando la nave arriverà nel porto di Santos e prendilo lì. Prima passa per la compagnia e diedi che le lettere per Delia li inviino a Santos o le consegnino a te.
Molto bene che abbia invitato quella famiglia. Con l'amicizia di Tomás e l'affetto con cui ti hanno trattato li considero già come la mia propria famiglia e spero di potere provarlo qualche volta.
Nient'altro affinché parta presto questa lettera. Abbracci di tuo fratello
P.
Mio indirizzo:
Casetta di Arturo
Via Tragara
Capri
66
Capri, 28 marzo [1952]
Cara sorellina,
in mio possesso la tua lettera. Molte grazie. Sono contento che abbia fatto con tanto gradimento il tuo viaggio e che ti sia fatta voler bene da quella famiglia. Qualche volta li riceveremo noi in Santiago.
Varie cose:
1. Il libro cinese non è ancora per te, né per Tomás. Quei due esemplari vanno nelle scatole, di dove li tireremo fuori per te e per Tomás. Ora, l'esemplare che hai ricevuto il consegnerai a Martita con l'incarico che lo porti a Don Alberto. Abbi pazienza col tuo.
2. Ho chiesto a Manuel Solimano che trasporti la statua che arrivò da Magellano e che lasciò in Casablanca, ad Isla Negra o a Lynch. Ti chiedo che glielo ricordi perché tu sarai d’accordo sul fatto che le cose non devono stare nervose così per tutta la vita. Inoltre gli dirai che mi mandi un disegno della circonferenza del collo, per fargli qui una testa. Anche che mi comandi una foto della statua in cui la si veda intera.
3. Delle scatole mi dici che Tomás si è dato i biglietti. Che biglietti? Quante scatole? Dove stanno? Devi sapere che ci sono tre imbarchi di scatole.
4. Mi dicono che il giardino di I.N. ha cessato di esistere. Ora che c'è acqua, non potrebbe rinnovarsi? Arturo A. è magnifico per programmare giardini, egli avrebbe potuto aiutare.
Passeremo insieme questo 12 di Luglio. Rispondimi.
Abbracci
[Neruda firma con un scarabocchio illeggibile.]